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Articolo pubblicato il 18/10/2019
Per bruxismo si intende l'atto involontario di digrignare i denti, cioè sfregare i denti delle due arcate in modo irruento. Spesso ciò accade durante il sonno, ed il paziente non se ne accorge.
Esiste anche la forma di bruxismo diurno, specialmente quando si è particolarmente tesi, stressati o concentrati.
Il bruxismo è definito una parafunzione ovvero un'azione non finalizzata ad alcun scopo. È una condizione che affligge la popolazione mondiale adulta ma anche infantile.
La causa principale sembra essere una condizione psicologica di grande stress, ansia, eventi traumatici. È legato anche a fattori fisiologici di difetti di occlusione dentale, postura errata e difetti del sonno ed è legato a patologie particolari quali sindrome di Down, epilessia o morbo di Parkinson.
Nel tempo il bruxismo potrebbe portare a disfunzione a livello dell'articolazione temporo-mandibolare, a livello muscolare, e sia a livello del viso che del collo.
Chi ne soffre riferisce spesso dolori in apertura della bocca, durante lo sbadiglio, indolenzimenti mandibolari nonché cefalee.
A causa dello sfregamento, a lungo andare i denti vengono abrasi e consumati.
Il trattamento principale consiste nell'utilizzo di un bite, una mascherina in resina modellata individualmente che protegge i denti dallo sfregamento e induce rilassamento muscolare.
Nel caso in cui i denti siano molto consumati, è possibile procedere con le tecniche di odontoiatria restaurativa mediante la stratificazione di materiali da ricostruzione altamente estetici.